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Il dialogo

 

Caro Uolter,

io, come penso tanti miei concittadini, ti abbiamo dato il nostro voto alle recenti politiche, in quanto ti reputavamo persona in gamba, perché poteva funzionare la tua operazione di marketing politico, di eliminare i cosiddetti estremisti di sinistra per avere più consensi dal centro, anche se in pochi immaginavano che questo avrebbe avuto come diretta conseguenza l’eliminazione dei sinistri dalla scena politica.

A livello personale, già dopo le prime porcate dello statista, mi chiedevo per quale ragione minacciavi di scendere in piazza in autunno. Ma se la porcata viene fatta a giugno, cazzo aspetti l’autunno?! Vabbé, ma la cosa che più mi fa sorridere ma anche incazzare, è quella parola che sventoli urbi et orbi da quando hai perso le elezioni, il dialogo.

Questa legislatura sarà diversa dalle precedenti, sarà improntata sul dialogo. Da subito lo statista fa quello che vuole, tu dici che nessuno ti ha contattato e ti arrabbi “così rischiamo di rompere il dialogo!”. Passa qualche legge e lo statista dice che con questa sinistra non può esserci dialogo, e fa ancora quello che vuole.

Pensavo e speravo che te ne fossi andato già in ferie a riposare per raccogliere le idee, pensare ad un’opposizione seria, per quanto i numeri lo permettano, senza rispondere come un’isterica a tutte le provocazioni  del carrozzone circense e non avere la più pallida idea di come gestire la situazione. E invece leggo un flash ora su internet, “siamo pronti al dialogo”, ma de chè?!? Ma non ti è ancora chiaro che se ci sei o non ci sei a loro non cambia proprio nulla, e tu ancora con il dialogo? Alzano il medio durante l’inno, si blindano da qualsiasi ingerenza della magistratura, il tutto in pochissimi mesi, e tu li supplichi per avere un dialogo? Ma li tiriamo fuori questi attributi o no?