malado

Ne avevo già scampata una prima di Natale. Poi dopo l’aria respirata a Lanzarote, è bastato il primo giro in bici nel nebiun, che anche io che non ho un buon olfatto sentivo che faceva schifo, ed ecco la prima influenza dell’anno. Quanto meno ieri sera sono riuscito con le ultime forze a seguire la lezione di tango, ma appena finita sono scappato, e visto le mie condizioni odierne direi che ho fatto bene.

“ma se vai via e ti ammali poi come fai?”. Esattamente come faccio qui, non cambia nulla, mi arrangio, tanto a parte l’ufficio nessuno sa che non sto bene. Se solo lo dicessi ai miei si preoccuperebbero ma non cambierebbe nulla nei fatti, se non la loro preoccupazione.

François è passato solo tre giorni ma ha spazzato tutto, Fab a Lanzarote mi ha preso tutte le tachipirine, ergo sono dovuto comunque uscire per fare degli acquisti rapidi. Avevo una strada da attraversare, sulle strisce. Metto un piede e passa una macchina con due fanciulle che mi fanno decisamente il pelo, senza credo neanche rendersene conto. A seguire c’era un’altra macchina con una signora al telefono che inchioda. La guardo e mi dice “che cazzo vuoi non vedi che ho frenato?”. Non ho voglia di litigare e me ne vado semplicemente mandandola a quel paese.

Pensare a come organizzare la partenza mi è già successo diverse volte, ma alla fine sono sempre qua. Dare disdetta con sei mesi della casa non è niente semplice. Molto più facile sarebbe partire da un momento all’altro, ma non mi posso permettere sei mesi di affitto così. L’ideale sarebbe quindi trovare qualcuno al posto mio, ne parlerò con Fra, anche perché non so cosa farà lui se me ne vado io.

La buona notizia è che forse ho dei complici che stanno pensando anche loro a questa ipotesi, e uno ci ha già vissuto per due anni. Appena mi rimetto li vado a trovare e vediamo cosa ne viene fuori.

Nel frattempo non so ancora quando il capo mi darà udienza. La sua segretaria mi ha detto che appena trova un buco mi inserisce. E io so che sarà come una partita a poker contro uno dei più grandi bari che abbia mai conosciuto. Nelle diverse trattative dove l’ho visto all’azione, si è sempre dimostrato molto abile nell’inventarsi stronzate convincenti, ergo dovrò arrivare molto preparato. Ma mi domando, per ottenere cosa? Se ho deciso di andarmene, non ci vuole molto a comunicarglielo, ma non ho intenzione di partire domani. Ergo credo (ma mi fa sorridere che ho chiesto appuntamento e non so neanche perché se non per rabbia) che voglia andare lì per l’ennesima volta a chiedergli un aumento, anche solo per qualche mese, che male non mi faranno quei soldi. La novità è che dovrò giocare una partita differente dal solito, non la solita richiesta, ma dovrò dimostrare quanto valgo in questi momenti (zero, ma so fingere bene se mi ci metto). Il tutto è complicato dal fatto che se aumenta a me deve aumentare anche al mio collega, come è giusto che sia. Vabbè, insomma un gran casino, vediamo cosa ne viene fuori

niente male come rientro

L’ultima domenica avevo voglia di starmene tranquillo. C’era il mercatillo di Teguise, ma tutte le informazioni di cui avevo bisogno me le ero già procurate, e lungi da me stare vicino alla coppia durante lo shopping finale.

La giornata era splendida, sole caldo e niente vento. Corsetta sulla spiaggia e pronto per fare il mio giro in surf.  Senza vento le onde erano più regolari e definite, condizioni ideali per uscire con la telecamera in testa. Riesco ad arrivare fuori senza neanche una lavatrice, e godo per le immagini che sto riprendendo. Prendo un’onda e tuttapposto, ma ritorno fuori subito per prenderne un’altra che però tarda. Tanto non ho nessuna fretta, e mi godo lo spettacolo della giornata, tra l’altro senza muta lunga ma con la shorty!

Ad un certo punto vedo un ragazzo su un sup che discute animatamente con una fanciulla in surf. Sono italiani, e lei si lamenta che lui non le sta vicino, e lui che le risponde di non rompere i coglioni. Mi chiedo come sia possibile litigare in una giornata del genere e mi distraggo. Sento un rumore da dietro, e si palesa un’onda bella grossa. Senza pensarci mi preparo per prenderla, ma nel momento del take off sono già troppo avanti, per cui dopo la spinta mentre cerco di alzarmi in piedi, la tavola come già successo, affonda di almeno mezzo metro, e io vengo travolto dall’onda, aloha gopro! Mi sono anche messo a cercarla per qualche secondo, per poi realizzare che non ne sarei mai venuto a capo. Prima di uscire avevo pensato di assicurarla ad un cimino, ma poi mi ero detto che l’avrei fatto la volta successiva, che non ci sarà. La cosa che mi ruga di più è che c’erano delle immagini meravigliose. Amen, toccherà ritornare.

Quando tornano i due ero in pausa pranzo. Tempo di fare due chiacchiere e dico a Fab “simpatica la tua borsa marrone”, e lei, “marrone? Questo è verde! Sei pure daltonico”. Non avevo nessuna voglia di litigare e le dico di chiedere al suo bello quando sarebbe tornato. Nel momento in cui arriva, mi ero già dimenticato dell’accaduto e lei “michi di che colore è la mia borsa?”, “marrone, perché?”. A quel punto sparisce in casa con lui e se la vedono tra di loro!

Nel pomeriggio poi surfiamo tutti assieme in allegria. Nonostante tutto siamo stati bene, anche se io vorrei stare meglio. Alla sera invece non rinuncio al locale di Teguise, ancora più pieno di domenica scorsa perché era la befana, e in Spagna come in Inghilterra, se una festività cade nel week end, la si recupera subito dopo. Per cui c’era un botto di gente, mi sono divertito senza eccessi, e ho pure shazamato qualche pezzo che mi potrà tornare utile quando voglio far saltare per bene il pueblo!

Rientro tuttapposto, i due passano un attimo chez moi per lo scambio delle foto, e anche questa vacanza è finita, forse.

In ufficio il rientro non è dei migliori. Sto tenendo il musone al capo perché non si è ancora degnato di aumentarmi lo stipendio. Prima di partire gli altri colleghi mi hanno detto se volevo i ticket restaurant. Ho risposto senza pensarci di non mettermi in questa faccenda, oltre a pensare che altri soldi alla segretaria erano un insulto. Appena tornato realizzo che il ticket è una realtà, e realizzo che il capo in cuor suo possa pensare “ok, hanno preso il loro aumento e così non rompono più i coglioni per un po’”. 5 euro e 60 a giorno lavorativo. Dopo cinque anni mi sembra elemosina, e penso di rifiutare ma ormai la situazione era talmente compromessa che non potevo tirarmi fuori, e giù nuove lacrime in ufficio!

Così come è successo col fratellone, la cosa migliore è chiarirsi. Così ho chiesto al capo se mi trovava 15 minuti che lo andavo a trovare. Gli dirò che mi mancano stimoli oltre che alle gratificazioni promesse, per cui gli anticipo che potrebbe non essere una cattiva idea iniziare a pensare a chi potrebbe sostituirmi, che io con lui non ho più voglia di avere a che fare. Ecco, poi le parole corrette le troverò a suo tempo, ma il concetto è quello.

Si certo, lo dici sempre appena torni dalle ferie, poi ci ripensi e lasci perdere. Appunto, stavolta non ho voglia di essere risucchiato dal mood milanese, e lo dico quando sono ancora incazzato. Neppure 24 ore a Milano e mi sento già la febbre. Per ora aboliti week end e massima attenzione a tutte le spese inutili, entro l’estate vorrei comprarmi un fiorino usato o qualcosa del genere. Unica eccezione, al momento, che ho finalmente trovato disponibili i biglietti per Lorenzo!

Sofia

Andare a Fuerte non è stato uno scherzo. Un’ora per arrivare al traghetto, mezz’ora di traversata e due ore abbondanti di macchina per arrivare al punto più a sud, che effetivamente toglieva il fiato, ma non era dove volevamo andare. Sia io che Michele non so perchè eravamo convinti che Sotavento si trovasse lì, e invece ci siamo passati davanti, abbiamo visto dei kite e ci siamo detti che al ritorno avremmo fatto un salto.
Non era come immaginavo, gli svariati video che ho visto del posto prendevano immagini qua e là dell’isola, e me l’ero pensata diversa. Senza poi un vento serio faceva ridere. E quel poco che c’era era gelato, per cui stavo all’una con la felpa. È uno spiaggione immenso tutto di sabbia con spazio esagerato per fare il landing dei kite. Quando eravamo lì noi c’era poi bassa marea, e i due metri e mezzo di differenza probabilmente la trasformano. Ma tempo di mangiare una tapas veloce ed era già arrivato il momento dell’isola.
Senza dircelo ci siamo chiesti tutti quanti che cazzo ci siamo andati a fare, non era forse meglio rimanere a Famara a surfare? E invece personalmente sono contento di avere fatto questa tirata, così non rischio di passare un altre vacanze su un’isola che sarebbe meravigliosa se non fosse stata rovinata da delle costruzioni che ti chiedi come sia possibile. In Spagna quasi ovunque ho visto quelle oscenità, Baleari comprese. Solo Lanzarote fa eccezione. A parte Costa Teguise dov’ero stato ai Santi, che comunque è piccinino ed evitabile, e qualche altro paese sul mare che non mi dice nulla, il resto ha il suo senso. Nn ic sono complessi residenziali di colori strani o abbandonati perchè la crisi o altre ragioni hanno impedito che venissero completati. Fuerteventura ne è stracolma, qui no. Non escludo che il merito di tutto ciò, visto l’unicità nel panorama iberico, sia di Cesar Manrique, l’intellettuale visionario che si è preso cura dell’isola, costruendo strade e punti di pubblico interesse, a volte discutibili ma tutto con una logica, non alla cazzo di cane come a Fuerte o Minorca.
In tutto ciò pare che il mio rifiuto della barca sia accompagnato dal vento che si rifiuta di palesarsi in mia presenza. Da inizio settembre ad oggi, con un paio di settimanae passate alle Canarie, nulla di buono. E non nascondo neanche che sono contento così, pure di non aver fatto windsurf, cosa sta succedendo? Non aiuta di sicuro la stagione. Appena si alza il vento fa un bel fresco, mentre d’estate spesso aiuta a non patire il caldo. Mentre facendo surf, cosa che mai e poi mai avrei pensato, non fa affatto freddo. L’acqua è a 18 gradi, fuori spesso hai solo la testa e i piedi. Con la muta lunga si sta molto meglio che in spiaggia a guardare, anche perchè di moto se ne si fa abbastanza. E pensare che era proprio il freddo ad avermi fatto accantonare la possibilità di fare surf sin da piccolo. Bella lì, ora che per certi versi, quelli sportivi, mi sento un adolescente, posso aprire ufficialmente il capitolo surf!
Durante la traversata abbiamo incontrato un paio di barche a vela, c’erano almeno 18 nodi. Adesso va così, quello che per così tanto tempo fa mi stregava, ora sembra quasi che non ne riesca più a vedere tutti questi aspetti positivi. Tanto per dire, forse sempre per la stagione, ora sono assai contento di essere a pochi metri da una doccia bollente e bella lunga, e non devo menarmela per il meteo o per la tenuta dell’ancora, o fare lo geo che dà indicazioni, tempi, avvertenze e tutto quello che dovrebbe fare un buono skipper.
Oggi la giornata l’abbiamo accusata tutti. Al ritorno neanche una parola in macchina. Guidava lui, come uno stronzo. Limiti e precedenze non esistono. Bastava vedere la sua macchina quando è venuto a prendermi a Milano, una jeep immensa nera che sembrava un carro, che in tangenziale nonostante fossimo più che puntuale, al primo che tentenna nel fare un sorpasso, accelra come un matto sorpassandolo da destra.
Di politica abbiamo parlato solo una volta, di fretta. Credo abbia cominciato lui. Dice che vota Grillo, leggeva il suo blog e mi ha fatto vedere un articolo sulle primarie del csx, bollato da Grillo come buffoneidi. Gli racconto come hanno scelto i potenziali candidati al parlamento nel m5s e mi risposto di no. Glielo racconto ma lui non è interessato, ormai vota Grillo punto. Oggi in macchina Fab chiede quando sarebbe stato il prossimo ponte, presupponendo credo che ne avrei fatto parte anche io, e le dico del 25 aprile. La vedo perplessa e le chiedo se sa come mai è vacanza quel giorno. Spara a caso e non ci prende, non ne ha la più pallida idea. Provo ad accenare di cosa si tratta, ma a lei non interessa e mi interrompo. Ha 24 anni, e credo come tanti suoi coetaeni non ha idea che ci sia stata una Liberazione. Credo ciò dipenda non tanto dalle scuole fatte, ma innanzitutto dall’educazione famigliare. E per mille motivi puoi anche non saperlo e non per questo sono meglio di te, ma quello che mi fa incazzare è che non fingi neanche un lontano interesse. E secondo me l’ignoranza è proprio questo, non sapere e non volere sapere. La sua giornata, almeno in questa vacanza, è basata nell’incrociare altre ragazze o ragazzi e domandarsi se lei è più bella, se lui l’ha guardata, se ha un bel culo…poi arriva una nuova fanciulla e si riparte da capo. Mi spiace per lei, si vede che è in difficoltà. Non ha scambiato una parola con nessuno che non fosse italiano. Anche per chiedere dove sta il cesso domanda a noi di chiedere. L’altro giorno in bici mi dice che ha scoperto da poco che ci sono due freni corrispondenti a due ruote diverse. Aggiunge poi che sono in tanti a non saperlo. Michi prova a dirle qual’è quello davanti, e lei se ne va dicendo che non le interessava.
Si, il mio giudizio finale e spesso irrevocabile sulle persone, come dice qualcuno, si è abbattuto anche in questo caso. Davanti a casa abbiamo le campane per la raccolta differenziata, belle colorate. In uno scenario bianco o nero spiccano parecchio. Dopo due giorni realizzano che avevo fatto diversi sacchetti e mi chiedono scocciati se stavo facendo la raccolta differemziata. Rispondo affermativamente, lui non dice nulla, lei “ma anche in vacanza, ma sei sicuro che c’è anche qui?”.
Non ho intenzione di passare il mio tempo solo con gente che parla di politica, ma credo di poter ambire a scambi un pò più costruttivi di questi. Si ma allora perchè ci sei andato in vacanza? C’eri stato appena un anno fa! Verissimo, ho sbagliato io. Un pò non ricordavo che fosse così, un pò tutto il giorno insieme è diverso da appartamenti separati. E poi io ho esteso a tanti e sono venuti solo loro. Forse sarei dovuto tornare da solo, ma sarebbe stata la terza vacanza di seguito, e parlare con qualcuno pensavo mi facesse piacere. Non credevo che il tema fosse sempre il culo della tipa o similari. E ora meritata doccia!
A cena ci siamo rivisti con la cugina di Fab, ottimo contatto lanzaroteno. Non ha legato con sua cugina, ma nei mei miei confronti ha avuto sempre parole che per me erano musica “si vede che tu sei già un local…non sembri un milanese”. Lei è una bellissima fanciulla ma non mi interessa, ero decisamente più ammaliato da sua figlia, Sofia. Sei anni, bellissima ma soprattutto serena. Stasera dal primo minuto ho provato ad approcciarla e mi ha seguito, a modo suo, da subito. Si Sofia, mi piacerebbe avere una figlia come te. Non c’entra il fatto che quando ti ho chiesto qual’era la cosa che ti piaceva fare di più hai risposto “il surf”, ma vorrei avere della prole leggera, educata, spensierata, non succube di mode o di apparecchi digitali come la maggior parte dei bimbi ormai, come mi sei sembrata tu. Vedrai che crescerai felice e serena come non mai anche se il babbo se n’è andato a fare altro. Rispetto ai tuoi coetanei con entrambi i genitori sembri messa molto meglio

Rifarsi gli occhi

Più ci vado e più apprendo pezzi nuovi. L’ipotetica giornata ventosa si è trasformata in una ciofeca, vento da sud est tipo scirocco che portava pure sabbia dal Marocco, di fare windsurf non se ne poteva parlare, ma a Famara le onde erano decisamente più ordinate. Unendo tutti i punti conosciuti fino ad ora, ad un certo punto mi trovo senza aver fatto tante lavatrici insieme a quelli buoni pronti al take off. Mi giro verso la spiaggia ed è lontana come non immaginavo, ma la cosa che mi ha più impressionato nei pochi minuti passati lì era il vedere delle onde enormi che mi venivano addosso, ma che con solo qualche pagaiata le passavo senza grandi problemi prima che frangessero, mentre ogni volta pensavo che avrei fatto una brutta fine.
Non mi è chiaro in base a quale parametro, ma ad un certo punto decido che è arrivato il mio momento, che quella che sta arrivando è l’onda buona per me. Non sembrava tanto diversa dalle altre, con non chalance ne avevo già fattw passare diverse, ma quella non so perchè è diventata la mia. Non ho il metro dietro per sapere quanto fosse alta, ma facendo delle proporzioni vedendo i surfisti in mezzo, almeno due metri e mezzo lo erano.
Inizio a pagaiare, pare aver preso l’abbrivio giusto, ma mentre con le braccia provavo ad alzarmi, improvvisamente la tavola si è abbassata di almeno mezzo metro. Quando l’onda rompe diventa verticale e il decollo pare funzioni sempre così, sotto hai il vuoto. Non ero preparato all’evenienza e mi ritengo già fortunato di essere rimasto attaccato alla tavola, poi ho visto un mare di schiuma e mi sono ritrovato in acqua. Appena metto la testa fuori vedo un altro surfista che alza la mano e mi chiede scusa. Non solo non so perchè mi abbia chiesto scusa, ma non ricordo neanche di avere visto nessuno attorno a me mentre cercavi di partire. Dicono ci vogliano 4 anni per imparare ad andare, sono a metà del primo, speriamo di continuare ad avere occasioni per cimentarmi!
Domani gita a Fuerte, saranno buoni vent’anni che sono curioso di vederla, bell’inizio d’anno, fossero sempre questi i miei pensieri!
Non perchè non mi è ancora saltata addosso nessuna, ma per evidenti e prolungate coincidenze, ho scoperto che Famara è pieno di fanciulle carucce, ma lesbiche. Mai visto nulla del genere, mai visto tante coppie di donne giovani sole, e nulla da dire, contente loro contenti tutti. Spiace però semplicemente rifarsi gli occhi.
Concludo dicendo che alla fine io e Fab ce la diamo di gomito, grande feeling, la litiata ha avuto ottime conseguenze

Cose da concludere

Sempre empowered? Non so neanche cosa voglia dire approcciarsi ad un momento di meditazione. Mi faccio un pò di seghe mentali ogni tanto, ma quando capita, non lo decido a priori. Mi incuriosisce il fatto di non avere idea di quali possano essere gli effetti.
Qui benone, i miei due compagni di viaggio non sono il massimo ma sono abituato a gestire clienti esigenti in barca per cui so come approciarli, e per il resto seguo il tuo consiglio di godermela!
Bello il quadretto io in acqua tu yoga! Non ho mai cercato di convincere nessuno a fare gli sport che piacevano a me. Ma dalla vacanza a Maui, vedendo i miei colleghi plananti, ho imparato che la frase “sono ormai troppo vecchia per fare certe cose” ce la siamo inventata noi per farci del male. Chiaro che si fa più fatica, ma se un minimo allenati si può fare sempre tutto quello che si vuole! L’età media dei colleghi era 65/70 anni…E io nonostante sia sempre stato abbastanza in moto, così in forma non so se lo sono mai stato. Anche se qualche giorno fa, dopo non so quante lavatrici sono finalmente arrivato a prendere la prima onda, ma quando è arrivato il momento di alzarmi in piedi non avevo più un residuo di forza nelle braccia, e sono rimasto per tutto il tempo abbracciato alla tavola a ridere.

Meglio non prendere

Alla domanda perpetuata praticamente a tutti gli italiani locals conosciuti fino ad ora, “com’è vivere qui?”, ognuno ha detto la sua, ma nessuno aveva nostalgia della terra natale.
Loris, il bresciano che ci ha affitato le tavole, nonchè procurato la spezia dei sogni, mi ha ripetuto sempre un beneaugurante “è più facile”. Altri come Sara dicono che non è più come un tempo, ma tra la preparazione di mojito e una mano al mercato, tutti sembrano cavarsela egregiamente.
Ieri girando per Famara ho reincontrato Max, un romano che lavora presso un negozio di surf con cui a novembre avevo scambiato due chiacchiere. Nel frattempo passa un suo amico, Luca, e da quello che capisco non sanno che pesci prendere per l’ultimo del’anno. Gli propongo di unire le forze e di venire a mangiare un boccone con noi. Mi ingegno un poco e preparo una fantastica pasta al forno con ragù. La serata è piacevole, Luca si occupa di montaggio di video di sport e mi fa vedere alcuni suoi lavori che realizza da Famara, mamma mia! La serata prosegue prima al golf club dove arriviamo praticamente per primi, all’una. Col tempo arriva un pò di gente, ma un dj cane malato che dopo ogni pezzo se ne andava a limonare con la tipa strafatta non ha mai creato il mood, e alle tre dopo averlo mandato a fare in culo ce ne torniamo a Famara a vedere cosa offre la nightlife locale, e nell’unico bar aperto c’è un ragazzo giovane con la mia console che supereccitato si diverte a mettere martelli e fare effetti strani, con la gente che non veniva neanche lontanamente coinvolta e lui felice che non ci faceva neppure caso. Finito lui attaccano un duo di ubriaconi con batteria e chitarra, che mi fanno desistere dal continuare la serata.
Prima di prendere sonno trovo il modo di litigare con Fabiola. Ci becchiamo dal primo minuto di vacanza, non fa una minchia ma ha da ridire su tutto. Alla pasta al forno ci pensavo io, lei patate e salsiccia. Per cuocere le patate ci ha messo 3 ore, e alla fine erano immangiabili. Dal primo giorno si lamenta che lei voleva i piatti di plastica, che è in vacanza e non ha voglia di mettersi a lavare. Le spiego la ratio per cui è meglio quello di ceramica, e che me li lavo io. Cucino due sere di seguito, la prima lavo pure, e ieri dopo la splendida pasta al forno di dice “se ora avessimo i piatti di carta non ci sarebbe tutto quel macello nel lavandino, quando torniamo ti tocca lavarli”. Lì per lì sto buono, ma finita la serata con lei già in camicia da notte sull’uscio, appena prova a dirmi qualcosa sbotto un poco. Ora quando si sveglia è necessario parlare un pochetto. Non sono venuto qui per litigare con lei, e non credo neppure lei, e non può rappresentare un ostacolo al mio benessere in questi giorni, ho di meglio cui pensare. L’anno scorso con l’all inclusive al massimo si litigava sugli orari di salita e discesa a mare, ma poi ognuno nella sua cameretta, quest’anno è molto diverso, c’è da decidere il programma della giornata, cosa e chi fa da mangiare e o si occupa delle piccole faccende di casa. In pratica un pò come esserre in barca. Mi rendo conto che sono talmente abituato a fare il capo in queste circostanze, che la mia modalitá di pormi come decisore unico può irritare, soprattutto se non te lo aspettavi perchè l’anno prima le dinamiche erano differenti. Ma siccome conosco meglio di loro l’isola, e credo di essere in grado di cucinare in modo decente, quando vedo che mi ruba due pezzi di cipolla che stavo tagliando, li appoggia nella padella con le patate ancora da mettere sul fuoco, dicendo che così avevano più gusto, e poi dice che le patate son bruciate perchè la padella non funzionava bene e con le cucine elettriche si fa casino, allora preferisco provare a prendere in mano la situazione. Michi nel frattempo assiste quasi sempre silente. Lei è molto giovane, ma non ci prova neppure a non entrare in un continuo loop di contraddizioni.
Oggi risolviamo tutto con gran sorrisi, spero, ma la vera cosa che mi ha dato fastidio nella serata è stato Max, che alla mia domanda se qualcuno volesse un goccio di coca, mi ha risposto che quella da bere non gli piaceva.
Per fortuna la sera prima inaspettatamente siamo andati in un bar muy bonito di Teguise ad incontrare la cugina di Fabiola che si è trasferita qui da un pò, e complice un dj illuminato ed una massa critica adeguata, ci siamo agitati un bel pò con chupiti che volavano e odore di marijuana ovunque. Pare che tutte le domeniche sere sia così, io ero in estasi!
La mattina eravamo andati al mercatillo di Teguise. Mi sono messo di buzzo buono a segnarmi bancarella per bancarella l’oggetto venduto. E dopo aver scritto foulard, bigiotteria e ceramiche non so quante volte, alla vista dell’unica bancarella con fila, cioè quella che preparava mojito e spremute d’arancia belle fresche, ho avuto la conferma che un bel business potrebbe essere quello dei frullati! A febbraio vado a trovare Fra a Londra e al mercato di Brick Lane osservo per bene come fanno loro. Ho già individuato chi fa arrivae la frutta a Lanzarote, anche se dovrò approfondire per bene prezzi, tempi e qualità. Sicuro che i frullati sono tanto buoni ma a sbucciare e preparare la frutta chi ci pensa, tutto io? Mi taglio una mano alla seconda mela! Poi sarebbe pure da cercare qualcuno che mi fornisce bicchieri un minimo ecologici, mica mi posso mettere a smazzare plastica per lavoro, non io.
Sullo spiaggione ho visto finalmente cosa significa Famara con onde e vento, e come ci si può divertire con il kite! Questa primavera devo assolutamente impratichirmi che giornate come quella del 30 non posso più passarle a guardare. Forse windsurf lo faremo domani, primo e unico giorno con vento valido, mentre col surf sto facendo un pò fatica. Qui a Famara se vuoi prendere delle onde buone, devi metterti in testa che ti devi prendere dei beo schiaffoni prima di provare a partire. Prima di entrare in acqua faccio la mia bella corsetts, streching, e prima di buttarmi a pagaiare senza sapere cosa faccio, attendo per bene la fine del set per non sprecare energie. Mi congratulo con me stesso per la strategia attuata e tronfio mi allungo là dove penso non sia male partire. Ma si alza una prima onda, dai che se pagaio ancora la passo prima che franga, passata al pelo. Cacchio ne arriva un’altra, prima lavatrice, dietro ancora un’altra, seconda lavatrice, mi ricompongo e provo ad approfittate della nuova calma apparente. Si rialza l’onda, vedo che sbuca Michi che parte incredibilmente bene per poi cadere subito. Nel felicitarmi perdo l’attimo, sta arrivando una nuova onda, o la prendo o non parto più. Do tre pagaiate, la prendo! Provo a tirarmi su ma non c’è più nessun muscolo disposto a darmi una mano, e allora inizo a ridere come un matto. Abbraccio la tavola e la uso come body board, facendomi l’onda più lunga della mia vita, col mio faccione ad un pelo dalla cresta che frangeva. Che risate, certo se mi fossi alzato…
Altri posti vicini dove fae surf sono solo per local. Max sostiene che comunque per imparare, prima ancora che surfare l’onda è importante farsi un pò di culo nell’uscire pagaiando, aggiungendo che per diventare buoni ci vogliono almeno 4 anni. Quindi, ora che dopo un giorno e mezzo di cielo coperto, è tornato a scaldare il sole, finito di scrivere mi andrò a prendere altri schiaffoni.
Finisco dicendo che fa molto strano non avere nè linea dati nè voce in casa. Che per chiamare qualcuno o vedere se qualcuno mi ha cercato devo andare al bar vicino, come un tempo al campeggio che la sera ogni tanto si andava alla reception in fila per chiamare i genitori. Non male stare disconnected. Pare che fino a poco fa Movistar avesse un segnale ottimo ovunque. Poi però hanno fatto rimuovere l’antenna perchè troppo vicina alla scuola e questo è il risultato. Meglio non prendere

Tel csmpeggio, antenna movistar churro